Sognando la vita

  Dopo una vita intensa dedicata alla poesia, ai romanzi, alle recenti narrazioni di viaggio e alle tante, innumerevoli, traduzioni di libri di autori inglesi e americani (tra cui ben quattro Premi Nobel), lo scrittore Mario Biondi ci regala questa volta una raccolta di racconti dal titolo Sognando la vita (Sognando la vita, Oligo Editore, 2020, pp. 140), la sua prima, se non andiamo errati, e lo fa con un tono amabile, con una dolce e misurata ironia, e con quella che sembra essere una costante della sua narrativa, la ricorrenza di opera in opera dei personaggi a lui cari, vuoi in veste di comprimari o di protagonisti, in puro stile balzachiano. È infatti lo stesso scrittore a venirci incontro e a dirci nell’Introduzione, in modo chiaro: “Questo Mondo Altro [la letteratura] è ovviamente popolato da personaggi, i quali di conseguenza vivono una loro vita parallela a quella del narratore, fianco a fianco con lui, come suoi condomini se non commensali. Diversi di questi miei commensali fanno capolino anche in questi racconti.

Leggiamo così, condotti da una prosa agile e netta, dei sogni di L.O., scrittore e già protagonista del romanzo più fortunato di Biondi,”Gli occhi di una donna” (Premio Campiello 1985), che ormai centenario si risveglia in un mondo futuribile in cui tutto è così perfetto da sembrare irreale (Sogni); o che, cedendo al desiderio di ritrovare un mondo ormai lontano, in quello che sembra a un certo punto essere più un incubo che un vagheggiamento ad occhi aperti, va alla ricerca della casa di campagna dell’infanzia, correndo il rischio di non riconoscere in essa la casa di un tempo e in cui l’idea di potervi restare in pace e serenità è in realtà un’illusione destinata ad infrangersi molto presto, come quella di passeggiare tranquillo nel Bosco dei Funghi (Il bosco); o che immerso nei tentativi infruttuosi di scovare un qualche argomento da proporre in una sua conferenza, durante un soggiorno sulla costiera amalfitana, ha l’occasione miracolosa di rientrare in possesso di un ricordo e di una poesia giovanile, ingenuità dei sedici anni (La Grotta di smeraldo). Vi fanno seguito, sempre avvolti dal medesimo tono affabile, le avventure (o le disavventure) di Delio Curbaga Jr. (nipote del Delio Curbaga scrittore protagonista dei romanzi di Biondi Un amore innocente e Crudele amore) nei salotti che contano, dove si reca per accreditarsi e farsi accogliere tra le patrie lettere, salvo ravvedersi forse al suo rientro a casa (Il colmo dello chic), o al cospetto di critici autorevoli dinanzi alla parola negativa dei quali può svanire in un istante tutto un mondo fatto di ambizioni e velleità fumose, così come nel caso contrario potrebbe invece realizzarsi (Il colmo della sfiga). È un racconto, quest’ultimo, in cui ricorre Delfina di Valfresca, personaggio chiave del romanzo La Civetta sul comò, a cui è dedicato anche il pezzo successivo dal titolo Delitto e castigo, nel quale appare afflitta da così gravi problemi da essere indotta a un grave errore. Non mancano due storie che ci portano dritti dritti in dimore altolocate, nei salotti dell’alta borghesia milanese, come in Danzanudo, in cui i commensali riuniti al desco della protagonista ci informano sulle “strane” abitudini di alcuni signori di un tempo, e in Violetta, giovane fanciulla benestante di fine Ottocento che cede alle pressioni della madre per convolare a nozze con un lontano cugino, in un matrimonio di interesse. L’autore chiude la raccolta con un omaggio sentito al suo amato I. B. Singer, scrittore Premio Nobel di cui ha tradotto ben sedici opere, con un racconto nel quale, a differenza dei precedenti, al sorriso potremmo anche far seguire l’amarezza per i casi della vita e della sorte (Ritrovarsi a Manhattan), e con una critica semiseria alle fantasie burbanzose del maschio moderno (Il vero maschio).

Biondi ci narra ciò con una scrittura lieve e felice, che riesce ogni volta a trovare l’espressione giusta, la parola esatta, l’espressione arguta che sa muovere subito al riso. Tutto è infatti permeato da una sottile ironia che, nel breve giro di una frase, di una pagina, illumina e induce il lettore a sorridere di sé e delle tante vicende occorse ai protagonisti, e dei tanti aspetti della vita e della società di oggi, dell’enorme ipocrisia, della falsità soprattutto della gente perbene, una capacità a volte anche dissacrante, che sa minare alle basi, quando vuole, atteggiamenti e pose, le vuote illusioni e gli stili di vita dietro i quali si nasconde la pochezza di alcuni personaggi da lui descritti (come ne Il colmo dello chic, una sorta di radiografia spietata dei salotti e delle conoscenze letterarie a cui ambisce il protagonista Delio Curbaga Jr).

È con questo sguardo acuto, assieme alla sua preziosa capacità di far emergere in pochi tratti, istantaneamente, situazioni e personaggi, nonché i caratteri, che Biondi ci parla della vita.

Recensione apparsa su Lankenauta.it

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