Tempo curvo a Krems

 “È uno scacco che sembra investire di riflesso anche il fare letterario e la volontà ad esso sottesa di dirimere, di capire il passato, di decifrare i segni di una vita per ricomporli in un’immagine coerente, o di aprire mondi che invece sembrano sfuggirci nel momento esatto in cui ci accingiamo a posarvi sopra lo sguardo (Heisenberg), uno sforzo del tutto inadeguato da cui i protagonisti danno comunque l’idea di attendere, in modo indefesso, un senso o forse un viatico per andare oltre, il lasciapassare o l’assoluzione che li liberi dai loro fantasmi, siano essi dovuti a tragici eventi storici, sempre in un certo qual modo traumatici, sia amorosi, che tanto possono averli segnati.”

  Con uno stile sobrio e misurato, che non disdegna anche slanci coraggiosi che sconfinano a volte in una vibrante prosa poetica, Tempo curvo a Krems, breve raccolta di racconti di Claudio Magris edita da Garzanti, si propone sin dal titolo come una significativa e ponderata meditazione sul tempo e sulla sua percezione, avanzata attraverso le storie di vita di cinque personaggi, tutti molto simili tra loro per ruolo e collocazione, alle prese con gli eventi di un passato che non appare quasi mai come un qualcosa di ordinato e razionale, Continua a leggere

L’ombra di Vautrin

  L’ombra di Vautrin. Proust lettore di Balzac, edito a marzo da Carocci editore, è in ordine di tempo l’ultimo, interessante, saggio di Mariolina Bertini che, dopo averci regalato tante pagine splendide sui due grandi romanzieri francesi, fa luce in questo caso sui rapporti esistenti tra l’autore della Commedia umana e quello della Recherche, rintracciando i segni del precoce interesse di quest’ultimo per il primo e mostrando tutta l’importanza dell’influenza esercitata da Balzac sulla poetica e sull’immaginario proustiani.

Con riferimenti testuali sempre puntuali, la Bertini individua infatti la presenza di Balzac nelle opere di Proust già a partire dagli scritti degli anni 1895-99, dal primo incompiuto romanzo di Proust, il Jean Santeuil. È proprio qui, nel récit-cadre, che allo scrittore C. viene affidato il commento de Il curato del villaggio, ed è qui che compaiono l’uno dietro l’altro Illusioni perduteIl giglio nella valle, Il medico di campagna, e Studio di donna, sebbene al momento si tratti ancora di un Balzac più immaginato che reale, e quindi poco riconoscibile, su cui la voce narrante ricalca o vorrebbe ricalcare l’immagine dello scrittore per eccellenza. Continua a leggere

Il romanzo a variazioni

  Sono rimasto molto colpito da questo bel saggio di Simona Carretta, Il romanzo a variazioni, Mimesis, 2019. Lucido, interessante, intelligente. Non potevo fare a meno di parlarne.

  Proposto come una partitura e quindi diviso in un preludio che funge da introduzione e in due libri che esibiscono al loro interno, in parallelo, il progresso nell’arte musicale della variazione (con la sua ricaduta sul romanzo) e puntuali riferimenti teorici del mondo filosofico e letterario, questo prezioso, interessante saggio di Simona Carretta (Il romanzo a variazioni, Mimesis, 2019, pp. 228) mette in luce in modo brillante i rapporti tra musica e romanzo del Novecento (inteso come forma a sé, non includente la narrativa, nell’accezione cioè promossa da Kundera ne I testamenti traditi) riuscendo a far chiarezza su aspetti spesso ignorati o fraintesi di opere fondamentali della contemporaneità e sulle scelte messe in campo dagli autori, conoscere le quali è essenziale per la comprensione degli stessi.

Alla base di tutto vi è l’assunto che la ripetizione (variazione), intesa come Continua a leggere

Sei saggi e sei risposte su Proust e sul romanzo

Ho voluto scrivere questa volta due righe su un libro di Michel Butor ormai introvabile in Italia: Sei saggi e sei risposte su Proust e sul romanzo, pubblicato nel lontano 1977 da Pratiche Editrice nella traduzione di C. Ghirardi e E.Chierici.

  Questa interessante raccolta di saggi di Michel Butor (Sei saggi e sei risposte su Proust e sul romanzo, pp. 190), disponibile al momento solo nell’edizione del 1977 di Pratiche Editrice (collana Le forme del discorso), si compone di cinque, significativi, interventi databili tra il 1960 e il 1974 dedicati dal poeta e romanziere francese all’analisi di alcuni aspetti della Recherche e del romanzo in generale (la coincidenza tra quest’ultimo e la Recherche, nel corso delle pagine, è pressoché totale) e, di riflesso, all’esplicazione del rapporto esistente tra le proprie opere letterarie e quella monumentale di Marcel Proust.

  Ad introdurre il tutto troviamo un’intervista rilasciata da Butor a Mario Lavagetto, una sorta di ouverture in cui possiamo rintracciare per sommi capi una dichiarazione di poetica di Butor, i cui elementi vengono meglio esposti nei saggi che seguono, e da cui si evince il solido legame tra l’opera proustiana Continua a leggere

La perfezione

  Riproposto di recente da Baldini+Castoldi e al tempo designato dalla critica come l’esordio del nuovo noir italiano, il romanzo breve La perfezione di Raul Montanari conserva ancora, a 25 anni di distanza dalla prima edizione (uscì nel ’94 da Feltrinelli), tutta la bellezza algida e cristallina conferitagli dalla sua splendida e sobria costruzione, forte di una sapiente distribuzione della materia narrativa e dell’uso di una lingua curata, puntuale, mai fuori luogo, che nel ritrarre le vite dei personaggi e il paesaggio montano riesce a creare all’occorrenza le atmosfere più giuste e adatte al caso.

Priva di sbavature e di cadute di stile, la storia si sviluppa per gradi, attraverso le diverse focalizzazioni dei protagonisti. Se in prima battuta vien da chiedersi a chi siano rivolte, a chi alludano le parole poste in esergo tratte dal Libro dei Salmi (chi è che uccide l’innocente? e chi si pone in agguato presso i villaggi? chi spia l’infelice?), mistero che verrà compreso solo alla fine, nel passaggio da un capitolo all’altro, quando la trama si sviluppa e gli elementi principali del racconto prendono ad aggregarsi, si delinea pian piano agli occhi del lettore un mondo minore, fatto di scene di provincia (in cui pare che non accada mai nulla, se non una processione o una sagra di paese), di situazioni quotidiane e di personaggi normali ma che forse tanto normali non sono, tutti elementi cioè che sembrerebbero esulare dalle peculiarità del noir classico a cui siamo abituati ma che non per questo rendono il romanzo meno suggestivo ed interessante (il registro medio-alto, anzi, sembra propendere verso una ridefinizione più alta del genere). Continua a leggere

Bugie e altri racconti morali

  Affidata quasi per intero alla voce narrante di Elizabeth Costello, già alter ego di Coetzee nel romanzo omonimo del 2003, ciò che più sorprende di quest’ultima raccolta dello scrittore sudafricano (Bugie e altri racconti morali, pp. 104, proposto a fine maggio da Einaudi) è senza dubbio la grande capacità di far emergere e sviluppare situazioni emblematiche partendo da dettagli minimi o da piccoli gesti, da pensieri essenziali, anche da quelli apparentemente più semplici e che si rivelano invece, alla lunga, importantissimi, assumendo spesso nella mente dei personaggi, e nella loro vita, un valore assoluto.

Oggetto del narrare sono infatti delle brevi vicende quotidiane riportate in modo sobrio e diretto, senza affettazioni, a cui seguono spesso i dubbi, i sensi di colpa, le domande senza risposta che i protagonisti del libro si portano dentro o pongono agli altri, e quindi a se stessi, nell’intenzione quasi sempre palese di aprirsi a un dialogo che possa condurli a una rivelazione autentica o a una lucida consapevolezza, a dare un nome alle cose e alle persone che li circondano, anche alle più familiari (“Nemmeno noi nasciamo con la faccia. Ci vuole molta pazienza a tirare fuori una faccia, come ad accendere il fuoco dal carbone. Io ti ho tirato fuori una faccia dalle tue profondità. […] È stato come evocare un’anima.” dice Elizabeth Costello al figlio John in La vecchia e i gatti). Continua a leggere

La letteratura è in pericolo?

  Tra i tanti libri di Tzvetan Todorov che amo, ho riletto in questi giorni il breve saggio La letteratura in pericolo, riedito in Italia da Garzanti nel 2018. Ne parlo qui di seguito.

  Se è vero che la letteratura può avere un ruolo essenziale nella nostra vita perché ci aiuta a conoscere noi stessi e quindi il mondo, dandoci la chiave per stabilire relazioni e interrogarci sui significati ultimi delle cose, ha ben ragione Todorov in questo agile saggio dal titolo La letteratura in pericolo (Garzanti, 2018) a prendersela con certi metodi di insegnamento e con alcuni approcci tecnici al testo che, per quanto vogliano essere assoluti nella loro intenzione di esaurire la spiegazione di un’opera, corrono spesso il rischio di sminuirla o di banalizzarla.

Il bersaglio principale di queste pagine è infatti un sistema scolastico “tradizionale” che vuole parlare di letteratura prescindendo dalle opere, dando cioè voce più ai critici che agli autori delle stesse, fino ad originare la situazione paradossale in cui gli studenti studiano più le teorie e l’illustrazione dei mezzi necessari all’analisi dei testi che i testi medesimi, rinunciando con questo a riflettere sulla condizione umana, sull’individuo e Continua a leggere

Altravana: la Cuba di Davide Barilli

  Ho apprezzato molto il nuovo libro di Davide Barilli Cuba. Altravana: nel cuore di una città perduta (Giulio Perrone Editore, 2019). L’ho trovato bello e appassionante e ho voluto scriverne in questa pagina. Buona lettura!

 Il primo dei tanti pregi di questo nuovo libro di Davide Barilli, Cuba. Altravana: nel cuore di una città perduta (Giulio Perrone Editore, pp. 212, euro 15), è senza dubbio la straordinaria capacità dell’autore di avvincere per pagine e pagine senza mai incorrere in una caduta di tono o di stile, coinvolgendo il lettore in una affabulazione ricca e polifonica dalla quale immagini, luoghi e una nuda umanità emergono con una autenticità tale da rendere senza dubbio giustizia ad una città poliedrica e contraddittoria, unica per la sua storia e per le vicende che l’hanno vista protagonista, per certi versi surreale, e che lo stesso conosce a menadito.

Sembra, infatti, davvero che Barilli ci conduca per mano nel reticolo delle strade, nelle piazze, nei mercati di questa metropoli che, come ci ricorda, va toccata, annusata, percorsa a piedi «come un corpo vasto e molle in cui sprofondare» per essere compresa appieno, anche «a costo di struggersi, Continua a leggere