È successo quando in pratica ho trovato un lavoro. E dire che erano mesi che tiravamo a campare, che andavamo avanti senza un soldo e non sapendo che fare, con l’intenzione ovvia di rimediare… Stringevamo la cinghia, e questo perchè dopo dieci anni di fatiche in officina era stato messo alla porta su due piedi, dall’oggi al domani, e lui giù a imprecare, tant’è che stavamo attenti a tutto quello che spendavamo, dai centesimi all’euro, e per non fare spese pazze ma oculate, affinchè gli ultimi spicci potessero bastare. E ogni volta a fare i conti, a spaccare l’unghia in quattro per poterci uscire, per non fare figuracce, a rinunciare ad ogni sorta di sfizio per andarci giusti… insomma, una vera disgrazia! Non avevamo, per intenderci, neanche i soldi per una birra e un panino al sabato sera o per uscire con gli amici a prendere un caffè tutti insieme al bar sotto casa. Per non parlare, poi, di quando arrivavano le bollette, allora sì, c’era da piangere! (leggi tutto il racconto)