La vita moltiplicata

  Se l’opera precedente di Simone Ghelli (Non risponde mai nessuno, Miraggi edizioni, 2017) ci aveva proposto delle piccole e grandi vicende del quotidiano narrate con un alto grado di realtà, in cui spesso i protagonisti, con le loro insicurezze e fragilità, stentavano a trovare una relazione empatica, motivo esemplificato dalle loro “chiamate mai risposte”, questa nuova raccolta di racconti dal titolo La vita moltiplicata (Miraggi edizioni, 2019, pp. 128) sembra costituirne allora il giusto complemento, il degno contraltare, poiché esibisce al suo interno, con la perizia ormai consueta all’autore, dieci titoli nei quali la potenza dell’onirico e dello psichico è declinata ed esaltata al massimo grado.

Se c’è infatti un tema ricorrente che accomuna la maggior parte dei personaggi del libro, a fronte di un vita che li nega o che non corrisponde alle loro attese, è proprio il moltiplicarsi delle immagini, dei quadri e delle scene della loro vita interiore, che si succedono, si sovrappongono, scorrono come davanti allo schermo di un cinematografo, restituendoci in modo chiaro il bisogno che questi sentono di rifugiarsi nel sogno ad occhi aperti o in mondi Continua a leggere

Trieste. La resa dei conti

  Quello che subito emerge in quest’ultimo libro di Marina Torossi Tevini (Trieste. La resa dei conti, Campanotto editore, 2019) è senza ombra di dubbio la grande abilità messa in campo dall’autrice nel gestire una materia narrativa così articolata, così ricca di temi e di riflessioni, di spunti, di episodi privati e storici che coprono incredibilmente un arco temporale molto lungo. Il romanzo, infatti, ripercorre gran parte delle vicende politiche giuliane e italiane degli ultimi ottant’anni, riuscendo felicemente nell’intento di calarci nella vita quotidiana di una nazione e di una città, a suo modo unica per gli avvenimenti di cui è stata protagonista nel corso del Novecento, giungendo a toccare persino i fatti della più stretta attualità, e questo sempre coi giusti tempi, con le giuste pause, con un ritmo che non conosce mai passi falsi o cadute di tono.

Partita da una storia vera, cioè dalla rielaborazione degli appunti e del materiale lasciatole dal padre sulla sua militanza nel CVL sul finire della Seconda guerra mondiale, l’autrice ci pone innanzitutto di fronte a un ritorno, Continua a leggere

Sul racconto

  “E allora può capitare che un bel momento resti una parola – il cui significato ci è vagamente chiaro – e scompaiano i limiti entro cui assume senso. Una di queste parole è racconto.”

Maurizio Vicedomini, Sul racconto. Calvino, Cortazar, Hemingway James, Wallace, Les Flaneurs Edizioni, 2019

  L’intento manifesto di questo breve saggio di Maurizio Vicedomini (Sul racconto. Calvino, Cortazar, Hemingway, James, Wallace, Les Flâneurs Edizioni, 2019, pp. 162) è quello di fare chiarezza, per quanto sia possibile, sulle declinazioni, sulle sfumature, ma anche sulle storture, che il termine racconto ha subito finora, sia in ambito critico che editoriale. “La mancanza di una definizione precisa – ci dice infatti l’autore nelle prime pagine, – (…) genera incoerenze, incomprensioni, false attribuzioni. Non sappiamo, in fin dei conti, di cosa stiamo parlando“. Da qui l’esigenza di pervenire innanzitutto a una spiegazione sensata di questa parola, che consenta al contempo di rinvenire delle linee guida, premessa necessaria per poter approfondire in seguito, nel dettaglio, alcune riflessioni critiche sulla Continua a leggere

A ciascuno il suo lago

  Una lettura davvero interessante. Sembra proprio che tutto, in questi racconti, miri a spiazzare, a stravolgere i canoni.

“Usciva la mattina e senza saperlo prendeva con sé tutto: i libri, il mobilio, la chitarra, i cuscini, le porte, le finestre, tutti i ricordi passati, il profumo delle arance e il sapore della pera che aveva sfiorato con le labbra, tutto il tempo e una fotografia in cui noi in una doppia esposizione nuotiamo nel mare blu scuro.”

Nenad Joldeski, A ciascuno il suo lago, Mimesis, 2019, trad. di Davide Fanciullo.

  Sembra davvero che tutto, in questa breve raccolta di racconti del giovane autore macedone Nenad Joldeski (A ciascuno il suo lago, Mimesis, 2019, edita nella bella collana Elit. European literature curata da Massimo Rizzante, dedicata ai vincitori dello European Prize for Literature) miri a spiazzare, a sovvertire i canoni, ad aggirarli, lasciando il lettore – almeno al primo approccio – privo di appigli e di riferimenti: dal fatto che da subito la voce narrante cancelli quanto ha appena scritto portandolo nel vivo della redazione di un racconto nel racconto, metodo che ricorre più volte all’interno Continua a leggere

Le storie di Conrad

  Un Conrad insolito, di cui non mi era capitato di leggere prima, in questo saggio di Richard Ambrosini, che fa luce su molti aspetti delle sue opere e delle sue tecniche narrative.

Vorrei tanto che tutte quelle mie navi fossero messe a riposo, ma temo che, quando gli americani se ne impadroniranno, non conosceranno mai, mai, riposo.

R. Ambrosini, Le storie di Conrad. Biografia intellettuale di un romanziere, Carocci, 2019

 Non si sbaglierebbe di certo, a lettura ultimata, a voler riconoscere in Richard Ambrosini uno dei maggiori esperti contemporanei della vita e dell’opera di Conrad, e questo non solo per avergli dedicato negli anni dei saggi significativi o per averne curato la traduzione delle opere. Basta infatti sfogliare alcune pagine di questo suo nuovo contributo (Le storie di Conrad, biografia intellettuale di un romanziere, Carocci, 2019, pp. 339), come quelle dedicate a Lord Jim o a Tifone, solo per citarne alcune, per essere colpiti subito, piacevolmente, dalla grande ricchezza di informazioni, di aneddoti circa le vicende personali e la redazione dei romanzi, dalla dovizia di riferimenti puntuali di carattere intra e intertestuali, e dalle acute Continua a leggere

Sul racconto

 Ho trovato molto interessante questa conversazione tra Paolo Fabbri e Roland Barthes proposta di recente da Marietti. E pensare che è rimasta chiusa in un cassetto per cinquant’anni!

“Davanti a questa infinità dei racconti, si tenta, cioè si ha il coraggio – o il rischio o la temerarietà – di scegliere un modello di descrizione che all’occorrenza può essere precisamente il modello linguistico. Tenteremo cioè di applicare a questa massa enorme di racconti un modello di descrizione, che, manipolando certe specificazioni, dedurrà ciò che noi sappiamo dalla linguistica.”

Roland Barthes, Sul racconto, Marietti 1820

  Bisogna dare atto alla Marietti di aver compiuto un’importante scelta editoriale nell’aver recuperato, con acume e con lungimiranza, questa interessante intervista a Roland Barthes registrata a Firenze nel dicembre del 1965, una conversazione finora inedita, rimasta chiusa nel cassetto per più di cinquant’anni e riemersa solo grazie alla curiosità di Thomas Broden, francesista e studioso del pensiero strutturalista, che, trovandone un’annotazione in un taccuino dell’illustre semiologo custodito alla Continua a leggere

Tempo curvo a Krems

 “È uno scacco che sembra investire di riflesso anche il fare letterario e la volontà ad esso sottesa di dirimere, di capire il passato, di decifrare i segni di una vita per ricomporli in un’immagine coerente, o di aprire mondi che invece sembrano sfuggirci nel momento esatto in cui ci accingiamo a posarvi sopra lo sguardo (Heisenberg), uno sforzo del tutto inadeguato da cui i protagonisti danno comunque l’idea di attendere, in modo indefesso, un senso o forse un viatico per andare oltre, il lasciapassare o l’assoluzione che li liberi dai loro fantasmi, siano essi dovuti a tragici eventi storici, sempre in un certo qual modo traumatici, sia amorosi, che tanto possono averli segnati.”

  Con uno stile sobrio e misurato, che non disdegna anche slanci coraggiosi che sconfinano a volte in una vibrante prosa poetica, Tempo curvo a Krems, breve raccolta di racconti di Claudio Magris edita da Garzanti, si propone sin dal titolo come una significativa e ponderata meditazione sul tempo e sulla sua percezione, avanzata attraverso le storie di vita di cinque personaggi, tutti molto simili tra loro per ruolo e collocazione, alle prese con gli eventi di un passato che non appare quasi mai come un qualcosa di ordinato e razionale, Continua a leggere

L’ombra di Vautrin

  L’ombra di Vautrin. Proust lettore di Balzac, edito a marzo da Carocci editore, è in ordine di tempo l’ultimo, interessante, saggio di Mariolina Bertini che, dopo averci regalato tante pagine splendide sui due grandi romanzieri francesi, fa luce in questo caso sui rapporti esistenti tra l’autore della Commedia umana e quello della Recherche, rintracciando i segni del precoce interesse di quest’ultimo per il primo e mostrando tutta l’importanza dell’influenza esercitata da Balzac sulla poetica e sull’immaginario proustiani.

Con riferimenti testuali sempre puntuali, la Bertini individua infatti la presenza di Balzac nelle opere di Proust già a partire dagli scritti degli anni 1895-99, dal primo incompiuto romanzo di Proust, il Jean Santeuil. È proprio qui, nel récit-cadre, che allo scrittore C. viene affidato il commento de Il curato del villaggio, ed è qui che compaiono l’uno dietro l’altro Illusioni perduteIl giglio nella valle, Il medico di campagna, e Studio di donna, sebbene al momento si tratti ancora di un Balzac più immaginato che reale, e quindi poco riconoscibile, su cui la voce narrante ricalca o vorrebbe ricalcare l’immagine dello scrittore per eccellenza. Continua a leggere

Il romanzo a variazioni

  Sono rimasto molto colpito da questo bel saggio di Simona Carretta, Il romanzo a variazioni, Mimesis, 2019. Lucido, interessante, intelligente. Non potevo fare a meno di parlarne.

  Proposto come una partitura e quindi diviso in un preludio che funge da introduzione e in due libri che esibiscono al loro interno, in parallelo, il progresso nell’arte musicale della variazione (con la sua ricaduta sul romanzo) e puntuali riferimenti teorici del mondo filosofico e letterario, questo prezioso, interessante saggio di Simona Carretta (Il romanzo a variazioni, Mimesis, 2019, pp. 228) mette in luce in modo brillante i rapporti tra musica e romanzo del Novecento (inteso come forma a sé, non includente la narrativa, nell’accezione cioè promossa da Kundera ne I testamenti traditi) riuscendo a far chiarezza su aspetti spesso ignorati o fraintesi di opere fondamentali della contemporaneità e sulle scelte messe in campo dagli autori, conoscere le quali è essenziale per la comprensione degli stessi.

Alla base di tutto vi è l’assunto che la ripetizione (variazione), intesa come Continua a leggere

Sei saggi e sei risposte su Proust e sul romanzo

Ho voluto scrivere questa volta due righe su un libro di Michel Butor ormai introvabile in Italia: Sei saggi e sei risposte su Proust e sul romanzo, pubblicato nel lontano 1977 da Pratiche Editrice nella traduzione di C. Ghirardi e E.Chierici.

  Questa interessante raccolta di saggi di Michel Butor (Sei saggi e sei risposte su Proust e sul romanzo, pp. 190), disponibile al momento solo nell’edizione del 1977 di Pratiche Editrice (collana Le forme del discorso), si compone di cinque, significativi, interventi databili tra il 1960 e il 1974 dedicati dal poeta e romanziere francese all’analisi di alcuni aspetti della Recherche e del romanzo in generale (la coincidenza tra quest’ultimo e la Recherche, nel corso delle pagine, è pressoché totale) e, di riflesso, all’esplicazione del rapporto esistente tra le proprie opere letterarie e quella monumentale di Marcel Proust.

  Ad introdurre il tutto troviamo un’intervista rilasciata da Butor a Mario Lavagetto, una sorta di ouverture in cui possiamo rintracciare per sommi capi una dichiarazione di poetica di Butor, i cui elementi vengono meglio esposti nei saggi che seguono, e da cui si evince il solido legame tra l’opera proustiana Continua a leggere

La perfezione

  Riproposto di recente da Baldini+Castoldi e al tempo designato dalla critica come l’esordio del nuovo noir italiano, il romanzo breve La perfezione di Raul Montanari conserva ancora, a 25 anni di distanza dalla prima edizione (uscì nel ’94 da Feltrinelli), tutta la bellezza algida e cristallina conferitagli dalla sua splendida e sobria costruzione, forte di una sapiente distribuzione della materia narrativa e dell’uso di una lingua curata, puntuale, mai fuori luogo, che nel ritrarre le vite dei personaggi e il paesaggio montano riesce a creare all’occorrenza le atmosfere più giuste e adatte al caso.

Priva di sbavature e di cadute di stile, la storia si sviluppa per gradi, attraverso le diverse focalizzazioni dei protagonisti. Se in prima battuta vien da chiedersi a chi siano rivolte, a chi alludano le parole poste in esergo tratte dal Libro dei Salmi (chi è che uccide l’innocente? e chi si pone in agguato presso i villaggi? chi spia l’infelice?), mistero che verrà compreso solo alla fine, nel passaggio da un capitolo all’altro, quando la trama si sviluppa e gli elementi principali del racconto prendono ad aggregarsi, si delinea pian piano agli occhi del lettore un mondo minore, fatto di scene di provincia (in cui pare che non accada mai nulla, se non una processione o una sagra di paese), di situazioni quotidiane e di personaggi normali ma che forse tanto normali non sono, tutti elementi cioè che sembrerebbero esulare dalle peculiarità del noir classico a cui siamo abituati ma che non per questo rendono il romanzo meno suggestivo ed interessante (il registro medio-alto, anzi, sembra propendere verso una ridefinizione più alta del genere). Continua a leggere

Bugie e altri racconti morali

  Affidata quasi per intero alla voce narrante di Elizabeth Costello, già alter ego di Coetzee nel romanzo omonimo del 2003, ciò che più sorprende di quest’ultima raccolta dello scrittore sudafricano (Bugie e altri racconti morali, pp. 104, proposto a fine maggio da Einaudi) è senza dubbio la grande capacità di far emergere e sviluppare situazioni emblematiche partendo da dettagli minimi o da piccoli gesti, da pensieri essenziali, anche da quelli apparentemente più semplici e che si rivelano invece, alla lunga, importantissimi, assumendo spesso nella mente dei personaggi, e nella loro vita, un valore assoluto.

Oggetto del narrare sono infatti delle brevi vicende quotidiane riportate in modo sobrio e diretto, senza affettazioni, a cui seguono spesso i dubbi, i sensi di colpa, le domande senza risposta che i protagonisti del libro si portano dentro o pongono agli altri, e quindi a se stessi, nell’intenzione quasi sempre palese di aprirsi a un dialogo che possa condurli a una rivelazione autentica o a una lucida consapevolezza, a dare un nome alle cose e alle persone che li circondano, anche alle più familiari (“Nemmeno noi nasciamo con la faccia. Ci vuole molta pazienza a tirare fuori una faccia, come ad accendere il fuoco dal carbone. Io ti ho tirato fuori una faccia dalle tue profondità. […] È stato come evocare un’anima.” dice Elizabeth Costello al figlio John in La vecchia e i gatti). Continua a leggere

La letteratura è in pericolo?

  Tra i tanti libri di Tzvetan Todorov che amo, ho riletto in questi giorni il breve saggio La letteratura in pericolo, riedito in Italia da Garzanti nel 2018. Ne parlo qui di seguito.

  Se è vero che la letteratura può avere un ruolo essenziale nella nostra vita perché ci aiuta a conoscere noi stessi e quindi il mondo, dandoci la chiave per stabilire relazioni e interrogarci sui significati ultimi delle cose, ha ben ragione Todorov in questo agile saggio dal titolo La letteratura in pericolo (Garzanti, 2018) a prendersela con certi metodi di insegnamento e con alcuni approcci tecnici al testo che, per quanto vogliano essere assoluti nella loro intenzione di esaurire la spiegazione di un’opera, corrono spesso il rischio di sminuirla o di banalizzarla.

Il bersaglio principale di queste pagine è infatti un sistema scolastico “tradizionale” che vuole parlare di letteratura prescindendo dalle opere, dando cioè voce più ai critici che agli autori delle stesse, fino ad originare la situazione paradossale in cui gli studenti studiano più le teorie e l’illustrazione dei mezzi necessari all’analisi dei testi che i testi medesimi, rinunciando con questo a riflettere sulla condizione umana, sull’individuo e Continua a leggere

Altravana: la Cuba di Davide Barilli

  Ho apprezzato molto il nuovo libro di Davide Barilli Cuba. Altravana: nel cuore di una città perduta (Giulio Perrone Editore, 2019). L’ho trovato bello e appassionante e ho voluto scriverne in questa pagina. Buona lettura!

 Il primo dei tanti pregi di questo nuovo libro di Davide Barilli, Cuba. Altravana: nel cuore di una città perduta (Giulio Perrone Editore, pp. 212, euro 15), è senza dubbio la straordinaria capacità dell’autore di avvincere per pagine e pagine senza mai incorrere in una caduta di tono o di stile, coinvolgendo il lettore in una affabulazione ricca e polifonica dalla quale immagini, luoghi e una nuda umanità emergono con una autenticità tale da rendere senza dubbio giustizia ad una città poliedrica e contraddittoria, unica per la sua storia e per le vicende che l’hanno vista protagonista, per certi versi surreale, e che lo stesso conosce a menadito.

Sembra, infatti, davvero che Barilli ci conduca per mano nel reticolo delle strade, nelle piazze, nei mercati di questa metropoli che, come ci ricorda, va toccata, annusata, percorsa a piedi «come un corpo vasto e molle in cui sprofondare» per essere compresa appieno, anche «a costo di struggersi, Continua a leggere

Cosa resta del padre: un mio racconto su Racconti nella rete

Mi è piaciuto lo spirito che anima questa iniziativa. Così ho cercato tra i miei inediti (del prossimo libro) e ho tirato fuori un racconto che mira dritto al segno, chiaro, di un tema attuale, attualissimo.

Prendetelo per quello che è: una provocazione. Qui sotto l’incipit e il link.

“E allora, come da accordi, ognuno per la propria strada, senza troppe storie, senza tanti intoppi: lui in casa con i figli, ad accudirli e ad accertarsi che tutto andasse bene, provvedendo anche a farli mangiare, e lei a passare il suo weekend d’amore con quel Mauro, in Maremma, a Orbetello, come gli aveva annunciato qualche tempo prima.”

http://www.raccontinellarete.it/?p=30846

Il racconto “La scomparsa” su Margutte, non-rivista on line

Eravamo insiemeEd oggi siamo sulla prima pagina di Margutte, non-rivista online di letteratura e altro con il racconto La scomparsa.

Un grazie particolare a Gabriella Mongardi che con garbo ed attenzione recensisce di seguito la raccolta Eravamo insieme da cui il racconto è tratto.

http://www.margutte.com/?p=19849

“Si tratta di racconti brevi e brevissimi, in cui l’autore ha lavorato sul frammento e sulle situazioni, sul momento, rinunciando alla trama come forza ordinatrice per affidarsi piuttosto al paesaggio, all’atmosfera, al non detto più che al detto. La rappresentazione del mondo e dei personaggi che ne deriva non è quindi mimetica della complessità del reale, se non per qualche cosa che rimane nella memoria o negli occhi. Nulla è riconducibile a sistema, nulla vuole essere esaustivo (né la rappresentazione dei personaggi né quella del loro mondo). In questo modo il lettore viene coinvolto direttamente nel lavoro creativo, in quanto chiamato a ‘supplire’ con la sua fantasia, la sua sensibilità, a quello che la storia non racconta esplicitamente. Data la ricorsività dei temi e delle figure, durante la lettura viene la tentazione di trattare i racconti come tante tessere di un puzzle e provare a metterle insieme, trovando il giusto incastro: ma sarebbe far torto a un flusso narrativo limpido e caldo, mobile e inafferrabile come la vita.”

“Così questo libro ci riconcilia con l’incompiutezza delle nostre vite, con ciò che avrebbe potuto essere e non è stato, con le soglie che non abbiamo varcato. Basta dismettere le nostre pretese, le nostre aspettative e aprirsi alla meraviglia del vivere, qui incarnata dalla bellezza del paesaggio: naturale o urbano, di mare o di montagna, sontuosi tramonti, onde tempestose, allegri cinguettii…”

“Questa disposizione d’animo – che è condivisa da personaggi e narratore – riscatta gli incontri mancati, i fallimenti, i tradimenti, sussumendoli tutti in una prospettiva più alta, più ariosa, in cui anche il negativo viene sfumato e ammorbidito. Perché, come voleva Euripide: “Gli dei ci creano tante sorprese: l’atteso non si compie, e all’inatteso un dio apre la via”.”

Eravamo insieme su RecensioneLibro.it

Eravamo insieme“Sono racconti brevi e brevissimi quelli contenuti nel libro Eravamo insieme di Gianluca Massimini, messaggi, pensieri, frammenti di esistenza raccontati in poche righe per dare un contenitore e un’espressione ai sentimenti che vibrano nell’anima.”

Su Recensionelibro.it si parla della mia raccolta di racconti “Eravamo insieme”, di cui in questi giorni ho dato alle stampe una nuova edizione (con qualche variante rispetto alla prima del 2010).

Questo il link:

http://www.recensionelibro.it/eravamo-insieme-gianluca-massimini

Che cosa siamo, che cosa non siamo su COMPITU RE VIVI

Che cosa siamo che cosa non siamo  E in un settembre ancora caldo e assolato, ecco che arriva la nota di lettura della mia raccolta su COMPITU RE VIVI, il blog di Sebastiano Aglieco, che ringrazio molto:

  “In questi racconti, Gianluca Massimini indaga i fragili rapporti di coppia nella nostra contemporaneità. Lo fa con uno stile sobrio e sicuro, tutto concentrato nel rendere il realismo delle situazioni senza appesantire le storie di connotazioni personali ma stando sempre dentro la logica dei pensieri dei personaggi e la loro emotività.”

Qui la nota: https://miolive.wordpress.com/2016/09/01/gianluca-massimini-della-coppia/

Sebastiano Aglieco è autore di diverse sillogi poetiche, tra cui Dolore della casa (Il Ponte del Sale, 2006) e Giornata (Edizioni La Vita Felice, 2003), vincitore nel 2004 del Premio “Montale Europa”. Suoi interventi sulla poesia e inediti sono apparsi su varie riviste e in pubblicazioni collettive. È redattore del semestrale «La Mosca di Milano»

L’incontro delle vie percorse su La Ballata n. 2/2016

La Ballata 2.2016  Il mio racconto “L’incontro delle vie percorse” sul n. 2/2016 della rivista “La Ballata – rivista trimestrale di arte e cultura” di Livorno.
Un mio grazie va a Giuliana Matthieu e ad Arturo Molinari.

  Il racconto esce in coincidenza con la nuova edizione di “Eravamo insieme“, raccolta da cui è tratto.
Mi fa piacere vederlo tra le pagine di una rivista che l’anno prossimo festeggerà i quarant’anni di attività!

Qui il sito de “La Ballata” http://laballata.it/index.html

Eravamo insieme: la seconda edizione

Eravamo insieme  Esce in questi giorni una nuova edizione del mio libro “Eravamo insieme” di qualche anno fa (2010): dei racconti brevi e brevissimi, in cui ho lavorato sul frammento e sulle situazioni, sul momento, rinunciando volutamente alla trama come forza ordinatrice.
A suo tempo Narda Fattori, che ringrazio ancora, ne diede questa lettura (quando il libro si chiamava L’età dell’amore):

http://www.gianlucamassimini.it/…/la-lettura-di-narda-fatt…/

Che cosa siamo, che cosa non siamo su Letteratura al femminile

Che cosa siamo che cosa non siamoRingrazio molto Anna Maria D’Auria per la bella recensione del mio libro su Letteratura al Femminile, che mi è piaciuta e mi ha sorpreso con il suo intercalare i passi con le riflessioni. Agile, diretta. Davvero bella. Grazie ancora.

Che cosa siamo, che cosa non siamo è una interessante raccolta di otto racconti accomunati dal tema dell’amore tra un uomo e una donna, raccontato in tante diverse sfaccettature che passano dall’illusione della ragazza ancora giovane all’amore coniugale, alle difficoltà che ogni matrimonio incontra fino all’estremo del tradimento, all’amore libero per arrivare a quello, struggente, per i figli.”

“Gianluca Massimini compie una ricognizione a 360 gradi dei sentimenti che abitano il cuore di uomini e donne, e riesce a farlo egregiamente nello spazio ristretto di otto racconti utilizzando uno stile asciutto e pulito. I racconti hanno lunghezze diverse e trattano temi anche distanti tra di loro; sono narrati spesso in prima persona, altre attraverso dialoghi ben costruiti ed efficaci. La scrittura è spesso spezzata, l’ambientazione conserva tinte scure anche quando descrive paesaggi ameni. La lettura resta piacevole anche se induce alla riflessione.”

Questo il link:

https://letteraturalfemminile.wordpress.com/2016/07/13/che-cosa-siamo-che-cosa-non-siamo-di-gianluca-massimini/

La recensione è presente anche su:

http://www.culturalfemminile.com/2016/07/13/che-cosa-siamo-che-cosa-non-siamo-di-gianluca-massimini/

Una sfumatura improvvisa o una sfaccettatura possibile del rapporto amoroso

Che cosa siamo che cosa non siamoFrancesca Rita Rombolà parla di “Che cosa siamo, che cosa non siamo” su Poesiaeletteratura.it. La ringrazio davvero molto.
Ricevere un apprezzamento da chi scrive da anni (e bene) fa piacere e rende sereni.

“Ed è ancora possibile parlare d’amore, d’amore vero, sincero, normale, pieno, fecondo fra un uomo e una donna? Sembra chiedersi e chiedere Gianluca Massimini in modo indiretto e quasi inconscio. Ogni racconto credo voglia (o quantomeno si sforza) dare una risposta a tali domande sottintese e velatamente nascoste. Infatti viene proposta una sfumatura improvvisa o una sfaccettatura possibile del rapporto amoroso che può essere costruito, sentito, adattato, percepito a situazioni, luoghi, finalità, mezzi che la società post-moderna e in metamorfosi via via sembra proporre, condizionare, far nascere o far morire. Ogni personaggio (forse più quello maschile che femminile) appare fragile, come avvolto da una sorta di inconsistenza o di incorporeità che lo fa quasi apparire inesistente o fugace come polvere sollevata dal vento.”

Questo il link:http://www.poesiaeletteratura.it/wordpress/2016/07/sfumatura-improvvisa-sfaccettatura-possibile-del-rapporto-amoroso/

Francesca Rita Rombolà è poetessa e scrittrice. E’ autrice di numerose raccolte poetiche, tra cui PETALI GRIGI (finalista al Premio Viareggio e al Premio Montale 2004) e di romanzi e racconti (il suo romanzo ULTIMI GIORNI DI NOVEMBRE ha ricevuto una menzione speciale al premio letterario “Elio Vittorini” 1994). Scrive su Poesiaeletteratura, su Kelvin 273 e PrimaPaginaOnLine.org. Collabora con la THOTH EDIZIONI.

“Che cosa siamo, che cosa non siamo” su I miei racconti in rete

Che cosa siamo che cosa non siamoSu I miei racconti in rete, blog dedicato ai libri e alla scrittura, Ivan Bavuso recensisce “Che cosa siamo, che cosa non siamo“. Anche a lui va un mio sincero ringraziamento.

“Uno dei meriti dell’autore è certamente quello di aver voluto, da uomo, affrontare apertamente quel sentimento di misoginia strisciante che sempre si nasconde nell’animo di chi sente di appartenere al genere maschile. E, infatti, protagoniste delle storie di Massimini sono le donne, per lo più giovani. Donne che amano, soffrono o alla ricerca di un’indipendenza che agli uomini sembra essere concessa sin dal loro primo vagito.”

“Che cosa siamo, che cosa non siamo” su L’ultimoLibroLetto

Che cosa siamo che cosa non siamoUn grazie alla gentilissima Ludovica Catania che con acume e chiarezza recensisce il mio libro su L’ultimo Libro Letto ‪#‎LLL‬

“Forse non ho mai appreso cosa voglia dire amarsi prima di quel giorno”.
L’amore è indefinibile, sa colorare con le sfumature più belle le giornate nere, spesse volte è il detonante della felicità.
La coppia è un’invenzione dell’uomo, e a quest’ultimo appartiene la definizione di relazione.
Chissà cosa pensano dell’amore Lisa e Paolo dopo tanti anni di convivenza, chissà come deve sentirsi Andrea lontano da casa, sempre in bilico tra il dovere e la volontà di esserci…
“Che cosa siamo, che cosa non siamo” è l’esatta rappresentazione dei rapporti interpersonali, della crisi dei legami, dell’instabilità delle certezze.
Il matrimonio lascia spazio alle storie fugaci, agli incontri clandestini, alla spensieratezza dei giorni caldi ed assolati.
Le donne rinascono, si impongono: abbandonano i ruoli, gettano le maschere e si proclamano.
L’ipocrisia si fa da parte, nulla è più come prima: in “mi basto sola”, uno dei racconti, G. Massimini delinea le caratteristiche etiche della donna moderna, ne esalta l’audacia e la caparbietà, ne sottolinea l’imperiosa capacità di esigere ed ottenere.
La dialettica tra i soggetti è reale, genuina e senza alterazioni, lo stile pulito, asciutto ed impeccabile.
“So solo che fino ad allora avevo cercato l’amore più volte e con convinzione, senza perdermi d’animo, illudendomi anche di averlo trovato, di esserne stato travolto, senza in realtà capirci molto”.
Protagonista senza tempo è l’amore, che possiate comprenderlo, detestarlo, attenderlo, viverlo o immaginarlo, merita d’essere vissuto.
‪#‎elementindispensabili‬: conoscere, accettare, Amare.
Ludovica Catania ©
‪#‎LLL‬ – L’ultimo libro letto
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