Il mostro di Firenze e altri racconti

  Giunta alla quinta candidatura allo Strega in pochi anni – cosa che dovrebbe dirla lunga sul valore e sulle capacità di questa autrice che non sembra ancora godere della visibilità e della notorietà che di certo merita – Lodovica San Guedoro vi concorre quest’anno con Il mostro di Firenze e altri racconti, una raccolta che, dopo gli amorevoli toni di Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé… e di Amor che torni… e la lucida, spietata invettiva di S’io fossi foco, conferma pienamente tutto ciò che di pregio abbiamo conosciuto nelle sue opere precedenti. Continua a leggere

S’io fossi foco, un’intervista a Lodovica San Guedoro

  Ho avuto il piacere di porre qualche domanda a Lodovica San Guedoro, scrittrice talentuosa, più volte candidata al Premio Strega, attualmente in libreria con il suo S’io fossi foco, un romanzo in cui scatena senza pietà le fiamme della sua collera sul mondo in rovina: un mondo da lei ritenuto sempre più folle e colpevole, sempre più turpe e indegno! Sul banco degli imputati, in questo caso, non più gli uomini ma le donne, soprattutto quelle che, invece di aspirare a liberarsi e con sé stesse a liberare l’umanità, oscenamente si compiacciono di perpetuare e portare all’esasperazione le caratteristiche e i comportamenti che un tempo furono loro imposti dalla perversione maschile. Continua a leggere

“Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé…” e “Amor che torni” di Lodovica San Guedoro

articolo a cura di Alessandra Micheli

Questa recensione è la più difficile della mia carriera di blogger.
È di “Pastor che a notte ombrosa nel bosco si perdé…” e di “Amor che torni…” (Felix Krull Editore), insieme un romanzo sentimentale autobiografico di circa mille pagine, opera di un’autrice che in poco tempo è divenuta la mia preferita.
La San Guedoro, che ho conosciuto per la sua penna irriverente, sarcastica e anche, permettetemelo, deliziosamente crudele.
Libri che raccontano in profondità e nella loro interezza questo strano essere chiamato uomo e le sue aberrazioni.
E ho iniziato a amarla anche per quel suo piglio intellettuale, mai stanco di lotta, mai stanco di gridare la sua indignazione al mondo, per svegliarlo dal suo nefasto torpore. Continua a leggere

Le inenarrabili tribolazioni della poesia in tempi di barbarie. Fiori raccolti in Italia e in Europa

  Composta come un antico florilegio, in cui i versi migliori, quelli “scelti” e più rappresentativi di un poeta venivano raccolti per proporne il meglio al lettore, illustrandone con l’occasione anche i percorsi tematici prediletti, Le inenarrabili tribolazioni della poesia in tempi di barbarie. Fiori raccolti in Italia e in Europa di Lodovica San Guedoro è un’opera molto articolata che, con un intento nobile e toni appassionati, raccoglie i fiori delle tribolazioni di tre autori: Carlo Maria Steiner, Johann Lerchenwald e Lodovica San Guedoro, offrendoci uno spaccato estremamente accurato della vita, e dei dolori, dello scrittore contemporaneo. Continua a leggere

Requiem di Arlecchino

  Requiem di Arlecchino (Felix Krull Editore, 2007, pp. 288) è un lucido quanto amaro reportage diaristico delle avventure/disavventure della scrittrice Lodovica San Guedoro che, partita da Monaco animata da nobili intenzioni, giunge a Roma nell’autunno del 2005 alla ricerca di registi disponibili a mettere in scena i suoi testi teatrali, ritrovandosi però travolta, molto presto, da una serie innumerevole di situazioni, di cui alcune paradossali, che la prostrano, la abbattono, che la inducono a prendere atto che tentar di farsi strada nel mondo del teatro italiano significa innanzitutto mettere a repentaglio serenità e salute, nonché doversi munire di una pazienza infinita, messa alla prova costantemente da attese interminabili e telefonate estenuanti, rincorse infruttuose, lunghe “azioni” diplomatiche intraprese per trovare ascolto, richieste di intercessione che si rivelano vane, ma significa soprattutto combattere contro “l’ottuso potere dei vecchi“, una gerontocrazia avida e Continua a leggere

Agonia

  Sono davvero tanti i pregi di questo breve romanzo di Lodovica San Guedoro, Agonia. Lo strano incidente che capitò a Giulia Berri-Orff in quel tempo lontano, scritto tra il 2003 e il 2004 e proposto di recente dall’editore monacense Felix Krull, un testo che per temi e toni suggeriti può essere inteso come il prequel dei due lavori sentimentali dell’autrice, “Pastor che a notte ombrosa nel bosco di perdé…” e “Amor che torni…“, che sono di fatto un’opera sola.

Innanzitutto, una materia a veder bene non semplice da narrare perché priva di aspetti diegetici e composta essenzialmente di ricordi, di visioni, di momenti esemplari di un particolare stato d’animo, e che culmina con l’evocazione di un mancato incontro tra due esseri che si son cercati tempo addietro ma la cui unione non è giunta a compimento, viene qui riportata con una maestria unica ed ineguagliabile, mettendo in campo una vera voce autoriale, che incanta e irretisce il lettore aggiogandolo di volta in volta con atmosfere sospese e rarefatte, fuggevoli ed enigmatiche, di grande bellezza. E poi c’è la lingua, così limpida e alta, di una compostezza formale inusuale, degna di un classico, che ci consegna alla fine tra le mani un frammento lirico dal valore e dall’incanto straordinari. Continua a leggere