Poscienza, intervista a Roberto Maggiani

Poesia e scienza: una relazione necessaria? È la domanda, l’assillo si potrebbe dire, che investe e attraversa questa produzione poetica e che già nel titolo si rivela: Poscienza. Si tratta di un neologismo che cerca di unificare un apparente dualismo, due ambiti, due competenze, due passioni: per la poesia e per la scienza. La lingua della poesia è tipicamente costituita da parole, segni, e di segni è fatta anche la lingua della scienza, che usa essenzialmente il protocollo della lingua matematica. Perché la poesia non dovrebbe potersi propagare a partire da una lingua cesellata su entrambe le suggestioni, quella letteraria e quella scientifica? Tra i temi della poesia troviamo certamente l’amore, da sempre asse portante di moltissimi tra i più noti componimenti in versi, e poi il dolore, la sofferenza, la gioia, la natura; quest’ultima è spesso elemento metaforico del sentire e delle relazioni umane. Ma la scienza, moderna e contemporanea, ci ha consegnato nuovi temi di lavoro poetico. La scienza è vista come chance di novità nella poesia: qui non leggerai poesie ma poscienzìe.

In occasione dell’uscita di Poscienza (Il ramo e la foglia edizioni), raccolta poetica di Roberto Maggiani, ho avuto il piacere di porre alcune domande all’autore. Lo ringrazio a nome della redazione di Postfazioni per la sua cortese disponibilità a rispondere. Continua a leggere

Lux (nova et vetera), un’intervista ad Assunta Sànzari Panza

«Una poesia oggettuale, materica, costantemente sul crinale tra arte quale artificio e vita marchiata a fuoco sulla carne viva. Non un verso, non una parola, non un fonema risulta estraneo al vissuto, benché sapientemente costruito, si direbbe fabbricato pietra su pietra, a partire dal lessico seletto. Il pensiero, fomentato da un’interiore pienezza creativa, si fa imago stagliata in movimento (ut pictura poësis: a ciò si deve il prevalere di architetture sintattiche coordinative, con rarissime subordinate) e l’immagine diventa musica; una musica sovente atonale, dodecafonica, essendo gli acuti più stridenti alternati al bassocontinuo incarnato dalla voce del dolore, parola – non è indizio dappoco – che ricorre una sola volta» (dalla Prefazione di Gualberto Alvino).

Ho avuto il piacere di dialogare con Assunta Sànzari Panza, autrice della silloge poetica Lux (nova et vetera), edita da Robin Edizioni, con la prefazione di Gualberto Alvino, le illustrazioni di Maura Ragazzoni.

Qui il video della diretta.

         

Rethorica novissima

  Con il titolo eloquente di Rethorica novissima, richiamo esplicito alla Rhetorica novissima di Boncompagno da Signa, opera con la quale sembra condividere un certo spirito giocoso e provocatorio, Il ramo e la foglia edizioni ha da poco dato alle stampe l’ultima prova poetica di Gualberto Alvino, una singolare raccolta di rime in cui a farla da maggiore è senza dubbio la spiccata propensione alla sperimentazione linguistica e alla ricerca formale, nonché un notevole ed esibito amore per la parola, vista la ferma volontà di restituire a quest’ultima, in ogni pagina di questa preziosa edizione, la dignità poetica che gli era propria prima che fosse svilita e svenduta dal poetichese, dall’insignificante, standardizzata, iperproduzione di versi odierna (“e comunque la questione si eterna / sciogliersi dalle grinfie del poetichese” ci vien detto a chiare lettere in Questioni preliminari) Continua a leggere

Biografia di un biografo. Poesie 1990-2000

  A pochi mesi da Acrobazie, la raccolta di prose edita da Il ramo e la foglia Edizioni di cui abbiamo apprezzato la vena surreale e la piacevole predilezione per la contravvenzione alle regole del gioco, Alessandro Trasciatti torna in libreria con un nuovo libro, la raccolta di poesie Biografia di un biografo (peQuod), che raduna tutte le rime da lui scritte nell’arco del decennio 1990-2000, alcune mai pubblicate prima, altre comparse su riviste o in plaquette e condivise solo con un pubblico ristretto di amici e di sodali, alle quali fa seguito una biografia immaginaria del poeta Roberto Amato (La casa del poeta). Continua a leggere

Il lume della follia

  Con il suo “Il lume della follia“, edito da Oèdipus Edizioni nel dicembre del 2019 (Il lume della follia, Oèdipus Edizioni, 2019, pp.. 65), il poeta e pittore campano Prisco De Vivo ci consegna una raccolta di versi il cui titolo spiazzante, dall’immediato effetto straniante, è l’ideale chiave di accesso a una visione del tutto singolare, ma alquanto feconda, della follia, o meglio di quella che potremmo leggere come santa follia, e che San Paolo indicò come necessaria per divenir sapienti quando parlò del mistero della Croce, ma anche di quella, da intendere in senso lato, condivisa nelle opere dai poeti e dagli artisti, quella che accende e alimenta il fuoco dell’inventiva, che dà voce e consistenza alla vita attraverso la parola o la materia o l’espressione figurativa. Continua a leggere

Frammenti di un precario

  Frammenti di un precario è una preziosa silloge di Giuseppe Di Matteo edita da Les Flâneurs che con vere e proprie istantanee, schegge o lampi folgoranti, si propone di “fotografare una realtà precaria a colpi di versi” e di dare voce al disagio, alla rabbia, alla disperazione di un’intera generazione, quella dei trenta/quarantenni, una generazione oggi più che mai in bilico e senza appigli, ferita e disillusa, a cui persino i sogni sono stati preclusi e a cui sembra che non resti, come ricorda l’autore, che scegliere tra vendetta o umiliazione, ribellione o rassegnazione. (“Ci avete illusi/ e poi appesi ad asciugare/ in un fazzoletto di sole./ Bella senz’anima/ la mia generazione.“) Continua a leggere